Il vaccino antitetanico deriva dalla tossina tetanica ottenuta da colture di un pericoloso microbo: il Clostridium tetani.
Il vaccino del tetano viene utilizzato per indurre immunità attiva verso il tetano. La vaccinazione viene solitamente somministrata nei primi mesi di vita in associazione con quello della difterite e della pertosse.
In età scolastica si somministra una dose di rinforzo di vaccino.
Un’ulteriore dose di richiamo di vaccinazione antitetanica dovrebbe essere effettuata all’età di 15-19 anni.
Il ciclo di vaccinazione nell’adulto consiste di tre dosi da somministrare a intervalli di 2 e 6 mesi dalla prima inoculazione intramuscolare. Si consiglia una dose di richiamo ogni dieci anni.
Quando, non essendo in regola con la vaccinazione, ci si reca al Pronto Soccorso a causa di una ferita, i sanitari consigliano l’effettuazione del siero antitetanico, farmaco completamente diverso dalla vaccinazione, facendo presenti i pericoli in cui si può incorrere in quanto trattasi di emoderivato.
Il siero, infatti, anche se raramente, potrebbe determinare infezioni e reazioni allergiche.
La necessità di ricorrere ad un vaccino antitetanico in caso di ferita dipende dal tipo di ferita e dallo stato di immunizzazione del paziente. Qualora la vaccinazione sia stata effettuata negli ultimi dieci anni, si ritiene necessario somministrare una dose di vaccino tetanico solo se il rischio di infezione è molto elevato. Se, invece, sono passati più di dieci anni, si consiglia di somministrare comunque una dose di rinforzo e, per le ferite ad alto rischio di infezione da tetano, può essere necessaria anche la somministrazione di siero antitetanico.
Qual è la differenza tra siero e vaccino?
Il siero è un fluido giallo e trasparente contenente acqua, sali minerali ed un’elevata percentuale di proteine e anticorpi. E’ un emoderivato e viene impiegato per indurre in un paziente una rapida risposta immunitaria passiva e per curare una malattia già in atto, determinando così una protezione immediata, ma di breve durata.
Il vaccino è costituito dagli antigeni (ossia la parte che viene riconosciuta dal sistema immunitario) del microorganismo o della sostanza contro cui ci si vuole immunizzare: la sua inoculazione induce la produzione di anticorpi, rendendo il soggetto immune. A differenza del siero, tale immunità non è immediata, ma è necessario un intervallo di tempo per produrre anticorpi. Tuttavia dura per diversi anni, a volte per tutta la vita.
Quali sono le categorie di lavoratori per le quali è obbligatorio il vaccino antitetanico?
Il vaccino antitetanico, inoltre è incluso nel protocollo della sorveglianza sanitaria ed è obbligatorio per le seguenti categorie di lavoratori:
- sterratori;
- minatori;
- fornaciai;
- operai e manovali addetti all’edilizia e alle ferrovie;
- fantini;
- conciatori;
- sorveglianti ed addetti ai lavori di sistemazione e di preparazione delle piste negli ippodromi;
- spazzini;
- pastori;
- lavoratori agricoli;
- metallurgici e metalmeccanici;
- operai addetti alla manipolazione delle immondizie;
- operai addetti alla fabbricazione della carta e dei cartoni;
- lavoratori del legno;
- allevatori di bestiame;
- stallieri;
- cantonieri;
- stradini;
- asfaltisti;
- straccivendoli;
- marittimi e lavoratori portuali.
Cosa deve fare il Datore di Lavoro se il lavoratore obbligato non vuole sottoporsi alla vaccinazione?
Il datore di lavoro non può adibire il lavoratore a lavorazioni a rischio anche se quest’ultimo rilascia una dichiarazione di assunzione di responsabilità in merito.