Finalmente torniamo a essere operativi, un po’ di neve in meno, ma un buon piatto e un buon bicchiere di vino pronti a deliziare il vostro palato non mancano mai”. Queste le parole del proprietario della baita “Al Maddarello” che il 3 febbraio 2021 annunciava la riapertura dopo una lunga e sentita chiusura a causa del Covid-19.

Questo ristorante tipico è situato ad Asiago, una nota località per il turismo invernale in provincia di Vicenza nel Veneto, centro dell’altopiano dei Sette Comuni, al confine con il Trentino.

La baita gode di una posizione magnifica, avvolta in uno scenario naturale incantevole. Ha sempre attirato la clientela per la cucina tipica casalinga fatta di piatti stagionali e per la conduzione familiare in grado di mettere subito a proprio agio il cliente.

 

SOMMARIO:

Sigilli alla baita “Al Maddarello” di Asiago per irregolarità e mancanza d’igiene

Cucina da incubo: i carabinieri costretti a mettere i sigilli

Green pass nei ristoranti: subito scattano i controlli

Bocciato il bar ristorante “Al Maddarello”

 

Cucina da incubo: i carabinieri costretti a mettere i sigilli

La baita “Al Maddarello” proprio qualche giorno fa ha chiuso e non perché la pandemia l’abbia messa in ginocchio, come purtroppo è successo ad altri ristoranti, ma per non aver superato i controlli sul fronte dell’igiene.

Il Covid ha cambiato l’atteggiamento di tutti noi e questo è un dato di fatto, ma è anche vero che le norme sull’igiene sono sempre esistite (per fortuna) e sono fondamentali per la gestione di un ristorante.

Durante un controllo al ristorante inerente l’obbligo del Green Pass i poliziotti e gli operatori dello Spisal hanno scoperto uno scenario a dir poco inquietante.

I poliziotti del commissariato di Bassano hanno trovato molte irregolarità all’interno del locale, che proprio qualche ora prima aveva servito una ventina di persone per pranzo (parliamo quindi di un ristorante nel pieno dell’attività lavorativa, non di un ristorante chiuso).

Al di là della sala del ristorante, oltre la porta, gli operatori dello Spisal hanno scoperto una cucina oltre la decenza. Pavimenti incrostati di olio, banchi di lavoro pieni di sporcizia, frutta invasa da vermi, muffa, cibo buttato a terra. Nel frigo solo carcasse di animali e, per concludere in bellezza, una “simpaticissima” motosega appesa, pronta all’uso per tagliare la carne.

Una situazione agghiacciante, che ha lasciato senza parole gli agenti del vice questore Elena Peruffo, che hanno subito attivato le fotocamere per riprendere e fornire prove ai carabinieri del Nas. La mancanza completa di norme in fatto d’igiene e la totale assenza del rispetto della sicurezza sono stati fattori determinanti che hanno costretto i poliziotti a mettere i sigilli fuori dalla porta del ristorante.

 

Green pass nei ristoranti: subito scattano i controlli

Doveva essere un normale controllo per l’obbligo del green pass all’interno del ristorante, un semplicissimo accertamento, come in queste ultime settimane si verifica nella maggior parte dei locali. Regole ormai assodate, da rispettare alla pari del distanziamento, dell’obbligo della mascherina e del possesso del certificato verde per consumare all’interno dei locali.

Così in un pomeriggio di fine agosto gli agenti del commissariato di via Giraldi, insieme ai colleghi del reparto prevenzione crimine di Padova, con i tecnici dello Spisal hanno effettuato i dovuti controlli sull’Altopiano.

Cinque è il numero dei locali dell’Altopiano che hanno superato tutti i controlli. I ristoranti che hanno passato l’esame rispettando le norme anti Covid e d’igiene sono:

  • La Baita “Laghetto” di Roana
  • Il “Caffè Nazionale” di Asiago
  • Il “Wunderbar”
  • Il bar “Alla pesa”

 

Bocciato il bar ristorante “Al Maddarello”

Il giudice ha messo sotto sequestro la baita, bar ristorante “Al Maddarello” poiché la situazione era inaccettabile. Oltre alla mancanza totale del rispetto delle norme anti Covid, la preparazione e conservazione dei cibi era assolutamente inadeguata.

C’erano cassette vuote sotto i mobili ricoperti di muffa, teglie sul pavimento dal contenuto sconosciuto (poiché di visibile c’era solo la muffa), vermi presenti nella maggior parte degli alimenti, cibo nel frigo o all’aperto incommestibile. A concludere lo scenario dell’orrore poi quella motosega, sporca, appesa in cucina e pronta per tranciare fette di carne. Attrezzo inappropriato per la cucina di un ristorante, eppure senza alcun pudore i proprietari tenevano appeso al muro l’arnese.

Disordine e sporcizia regnavano all’interno della cucina con sacchi di spazzatura ovunque, detersivi mai usati accanto alla macchina per fare la pasta, abbandonata a terra. Vassoi e piatti usati buttati sul pavimento accanto al mocio.

Insomma, una situazione fuori da ogni immaginario, che ha portato alla chiusura del locale. Per riaprire il proprietario dovrà ribaltare completamente le condizioni, e dimostrare di rispettare le regole di base sull’igiene e sulla pulizia, secondo le normative vigenti.