I motori diesel sono, al giorno d’oggi, molto comuni sia su veicoli commerciali che su autovetture, barche e treni. Il gas di scarico prodotto dalla combustione del gasolio può essere pericoloso per salute. Il pericolo di esposizione a tali esalazioni può includere sia effetti acuti, sia di breve durata e potrebbero esserci anche effetti cronici a lungo termine. Ogni anno i gas di scarico di motori diesel, creano più di 500 nuovi casi di cancro ai polmoni ogni 100.000 persone, secondo l’Ufficio della California Environmental Health Assessment Hazard.
Il Diesel, come la benzina verde, è un combustibile a base di idrocarburi. Per fortuna il gasolio commercializzato in Europa presenta % di zolfo assai ridotte rispetto al passato, a tutto vantaggio della combustione e delle emissioni. E’ noto che il particolato emesso dai motori diesel è nocivo alla salute in quanto ingloba microparticelle di idrocarburi incombusti. Naturalmente si parla di lunghe esposizioni in quantità rilevanti di particolato. Anche il fumo è nocivo alla salute (è scritto nei pacchetti di sigarette) perché il tabacco, bruciando, emette sostanze cancerogene. Ma un conto è fumare 2 sigarette a settimana e un conto è fumarne 2 o 3 pacchetti al giorno. Tuttavia, in tema di polveri sottili PM10 presenti nelle città italiane, è stato ormai finalmente acclarata dagli enti competenti una verità scomoda per i nemici dei veicoli privati: gran parte del particolato proviene dagli impianti di riscaldamento a gasolio, e tanto altro proviene dai veicoli privati. Non a caso, in una città come Milano, la quantità di PM10 in estate scende drasticamente, un po’ perché i riscaldamenti sono spenti e un po’ perché la metropoli rimane senza auto. Calcolate però che è vero che i riscaldamenti si spengono, ma le auto invece semplicemente di “trasferiscono” in villeggiatura. Il che significa continuare ad inquinare ma da un altra parte.
Non per niente la Gran Bretagna punta a vietare la vendita di nuovi veicoli con motori diesel a partire dal 2040. Stando a quanto riporta la stampa britannica, la misura, che segue quella analoga annunciata dalla Francia agli inizi di luglio, fa parte del piano del governo per la qualità dell’aria che è stato presentato a fine luglio 2017.
Non e’ più’ solo un’ipotesi, bensì’ una certezza: i gas di scappamento dei motori diesel sono “cancerogeni certi” per gli esseri umani e l’esposizione a tali gas è associata ad un “rischio accresciuto di tumore al polmone” ed anche ad un maggior rischio di cancro alla vescica. Il ‘verdetto’ arriva dal Centro internazionale di ricerca sul cancro (Circ/Iarc) dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che nel 1988 aveva classificato le emissioni dei motori diesel tra i cancerogeni “probabili” per l’uomo.
I gas di scarico sono stati dunque oggi classificati nel ‘gruppo 1’, quello appunto delle sostanze cancerogene certe, mentre in precedenza erano annoverati nel ‘gruppo 2′ delle sostanze ”probabilmente” cancerogene per l’uomo.
La pronuncia dell’Oms ”apre nuovi scenari” secondo l’associazione dei consumatori Codacons: ”Ora le Procure della Repubblica – afferma l’organizzazione – potranno finalmente procedere contro i sindaci che non bloccano la circolazione dei veicoli e non prendono provvedimenti seri per scongiurare il superamento del valore limite di 50 µg/m3 di PM10, che per legge non andrebbe superato per più di 35 volte in un anno”.
La notizia riguarda un mercato non da poco: Le vetture diesel sono molto diffuse principalmente nell’Europa occidentale, dove incentivi fiscali, a costruttori e automobilisti, ne hanno favorito la diffusione. In Italia, nei primi cinque mesi del 2012 sono state vendute 371.995 vetture diesel, con una flessione del 20,74% rispetto all’anno scorso. La percentuale di vetture diesel vendute nello stesso periodo e’ stata pari al 54,5% del totale. Al di fuori dell’Europa la trazione diesel e’ confinata quasi esclusivamente ai veicoli commerciali, soprattutto grazie ai migliori consumi. Costruttori tedeschi stanno tentando di aumentare la diffusione del diesel negli Usa, dove le lunghe distanze da coprire in autostrada sono adatte a questo tipo di motori.
Finalmente, commenta il Codacons, ”spariscono le parole ‘probabilmente’ e ‘potenzialmente’, e ciò rende possibile procedere con maggior successo non solo per il reato di getto pericoloso di cose (674 cod. penale) ma anche per omissione d’atti d’ufficio nei confronti dei sindaci e dei presidenti di regione inadempienti”. Possibile anche, annuncia l’associazione, una class action con persone ammalate di tumore ai polmoni.