Il tema Green pass è stato l’argomento più discusso di questa estate 2021 che oramai ci siamo lasciati alle spalle. Obbligatorio per accedere a bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e per viaggiare, tutti in merito abbiamo fatto domande e tutti abbiamo preso decisioni, finché il governo il 15 ottobre l’ha reso obbligatorio a tutti i lavoratori.
Decisione discussa non solo da noi italiani, ma anche da gran parte di Europa che piano piano sta prendendo la stessa direzione per uscire dalla pandemia.
Oltre al diritto di libertà, molti si sono soffermati sulla privacy. Il diritto alla privacy decifrato come diritto alla protezione dei dati personali è riservato solo ed esclusivamente al soggetto interessato che può scegliere o meno a chi rivelare le proprie informazioni. Difatti è illecita qualsiasi divulgazione dei dati personali.
Pensiamo ad esempio alla nostra banca, se un bel giorno decidesse di inviare il nostro conto corrente a terzi, sarebbe una vera tragedia, no?
Una vera e propria violazione del diritto alla privacy. Fortunatamente esiste una figura che tutela questo diritto: il Garante.
E se Green pass e privacy vanno di pari passo di certo il Garante non poteva starsene con le mani in mano. Il suo intervento a riguardo ha richiamato l’attenzione di tutti.
Sommario:
Green pass e privacy: l’intervento del Garante
Green pass: quali dati contiene e chi lo controlla
Il Garante: chi è e di cosa si occupa
Green pass viola la privacy? la risposta del Garante
La normativa
Come previsto dall’artt. 9 e 9-bis del d.l. n. 52/2021 il Green passo o certificato verde viene rilasciato nei seguenti casi:
- Avere esito negativo dopo essere stati sottoposti a un test molecolare o antigenico nelle ultime 48 ore
- Guariti dal covid entro 6 mesi
- Aver completato il ciclo vaccinale
Tale normativa rimanda all’art. n. 13 del DPCM 17 giugno 2021 che stabilisce la verifica delle certificazioni verdi emesse dalla piattaforma nazionale DGC effettuata tramite la lettura del codice a barre bidimensionale, grazie a un’applicazione mobile, che permette di verificare l’autenticità, l’integrità e la validità, consentendo di conoscere le generalità dell’intestatario nascondendo la modalità di emissione.
Green pass: quali dati contiene e chi lo controlla
Il Green pass contiene informazioni personali quali nome e cognome, data di nascita e che la certificazione è valida sia in Italia che in Europa.
Tale certificato non contiene informazioni riguardanti la modalità per cui si è in possesso del Green pass. Infatti come prevede la normativa si può ottenere il lascia passare in diversi casi.
A tal proposito chi controlla il certificato verde non viene a conoscenza dei dati sensibili dell’utente, ma ne controlla solo la validità.
Ma chi controlla il Green pass?
L’app da mobile “verifica C19” tramite lettura del QR CODE controlla la validità del Green pass. L’art. n. 13 del DPCM 17 giugno 2021 stabilisce chi può controllare tale certificato:
- Pubblici ufficiali
- Titolari di locali pubblici che richiedono la certificazione per l’ingresso
- Titolari di strutture ricettive
- Organizzatori di eventi
- Personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo
- Vettori aerei, marittimi e terrestri
- Gestori di strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali
Il Garante: chi è e di cosa si occupa
Fortunatamente la nostra privacy è tutelata da una figura molto importante: il Garante. Un’autorità di controllo nazionale italiana, una figura amministrativa istituita dalla legge il 31 dicembre del 1996 n. 675 per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà nel trattamento dei dati personali.
A lui ci si può rivolgere nel caso in cui si ha una violazione del diritto alla privacy, ad esempio se i dati non vengono trattati secondo modalità prevista dalla legge o se vengono divulgati senza il nostro consenso.
Ogni cittadino può rivolgersi al Garante denunciando disfunzioni, azioni amministrative anomale o comportamenti irragionevoli a danno del rapporto fiduciario.
Green pass viola la privacy? la risposta del Garante
Anche sulla questione Green pass è intervenuto il Garante a seguito di alcune circostanze inverse a quanto emana la normativa, come ad esempio la richiesta della consegna di un certificato cartaceo.
Il Garante ha evidenziato che non è prevista dalla legge la consegna di alcun certificato cartaceo. Il Green pass va identificato solo ed esclusivamente tramite l’app di governo che ne verifica solo la validità e non le informazioni personali. Inoltre il controllo spetta solo alle forze dell’ordine o al personale autorizzato indicato nell’art. n. 13 del DPCM 17 giugno 2021 e solo agli esercizi e ai locali previsti.
Qualunque altro uso del certificato verde è altamente pericoloso per sé stessi e per gli altri ha sottolineato il Garante. Si può andare incontro a truffe online o a forme di discriminazione.
Da quanto emerso il Green pass se utilizzato nella maniera prevista dalla legge non viola alcun tipo di privacy e rispetta la protezione dei dati personali.
È opportuno segnalare immediatamente qualunque uso scorretto o abuso a tal proposito.