Uno dei problemi principali dell’inquinamento ambientale è rappresentato dall’uso spropositato della plastica quale materiale primario delle confezioni di prodotti monouso.

La direttiva europea SUP, (Single Use Plastic) approvata anche in Italia il 4 Novembre, seppur con qualche discostamento dal testo europeo, si prefigge la quasi totale eliminazione dei prodotti in plastica usa e getta (posate e piatti di plastica, cannucce, cotton fioc, contenitori per alimenti e per bevande o tazze in polistirene espanso), mentre non è ancora stata delineata la parte relativa alle bottiglie in Pet per le bevande.

La direttiva SUP fissa degli obiettivi intermedi al 2025 pari al 77% per la raccolta e al 25% per il contenuto minimo di plastica riciclata e si prefigge di arrivare a risultati rispettivamente del 90% e del 30% entro il 2030. Per l’Italia questo è un argomento scottante se consideriamo che ad oggi, nel nostro Paese, circa il 60% della plastica non viene ancora riciclata.

Il deposito cauzionale degli imballaggi per bevande, già attivo in 10 paesi europei, è il piano che anche l’Italia intende adottare nei prossimi anni per fronteggiare il problema ambientale. Tale provvedimento consiste nel far pagare al cliente al momento dell’acquisto un sovraprezzo sul prodotto in questione (che si aggira tra i 10 e i 25 cent) che poi recupererà al momento del reso del vuoto.

Il decreto relativo al deposito sarà emanato il 5 dicembre ma ci vorranno almeno un paio di anni affinché la macchina organizzativa si metta in moto. Alcune organizzazioni no-profit sono intervenute per chiedere alle autorità competenti di prendere a modello alcuni stati europei che, grazie alle loro efficaci modalità di attuazione del sistema di deposito cauzionale, hanno raggiunto risultati eccellenti in termini di raccolta sul proprio territorio.

Inoltre, chiedono che a gestire i sistemi di attuazione siano proprio enti no-profit formati da produttori di bevande che lavorino insieme per garantire il risultato migliore.

Come dicevamo, ad oggi in Italia il deposito cauzionale non è ancora entrato in funzione, ma alcuni enti no-profit hanno già attivato da anni dei progetti finalizzati al recupero degli imballi dei liquidi attraverso gli eco compattatori, ovvero macchine automatizzate che permettono la raccolta differenziata di bottiglie in pet, lattine di alluminio, flaconi di detersivi e vetro.

Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) e Coripet (Consorzio autonomo volontario) sono le due associazioni che operano senza fini di lucro e si occupano in maniera specifica del recupero delle bottiglie in Pet.

In una recente intervista, Monica Pasquarelli, responsabile installazione degli eco compattatori Coripet, afferma che ad oggi il Consorzio può contare su 400 macchinari distribuiti per il 70% nei negozi della grande distribuzione e per il restante 30% nei Comuni e si auspica di incrementare la rete dopo l’inevitabile battuta d’arresto dovuta al Covid.

Aggiunge, inoltre, che Coripet premia ogni conferimento con una sorta di “fidelity card” che prevede l’accumulo punti ed un riconoscimento ogni 100 consegne effettuate. I premi consistono in sconti messi a disposizione dalle associazioni partner o in bonus rilasciati direttamente dagli esercizi della grande distribuzione. (per esempio sconto di 1 euro per l’acquisto di ogni 100 bottiglie consegnate, ecc.)

È chiaro che il meccanismo della premialità nulla ha a che vedere con il deposito cauzionale che nella fattispecie non si tratta di un premio, ma di una restituzione. Il circuito attivato da Coripet prevede al momento solo il conferimento di bottiglie Pet per uso alimentare che poi saranno raccolte e riciclate allo scopo di arrivare al raggiungimento del secondo obiettivo Sup che è quello di realizzare contenitori di liquidi con un volume crescente di Pet riciclato. In punti vendita molto importanti come Esselunga, Carrefour, Pam, Il Gigante e Leroy Merlin sono già in funzione parecchi apparecchi di questo genere.