Il forzato stop lavorativo, con cui molte aziende italiane si sono ritrovate a fare i conti durante i mesi di lockdown a causa dalla pandemia da coronavirus, non ha purtroppo migliorato il bollettino degli infortuni sul lavoro.
Tra gennaio e ottobre 2020 sono state infatti 421.497 le denunce presentate all’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail). Un numero enorme che, seppur rivelando un calo del 21,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mette in luce una situazione allarmante: le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.036 con un aumento del 15,6%. In diminuzione invece le patologie di origine professionale denunciate e pari a 36.619, ovvero il 28,3% in meno (sempre rispetto all’anno precedente).
Sommario:
Denunce di infortunio e casi mortali: ecco i dati raccolti dall’Inail a ottobre 2020
Il calo riscontrato dall’Inail è certamente un effetto della pandemia
Le denunce di infortunio tra distribuzione territoriale e differenze di genere
Infortuni mortali: quelli in itinere diminuiscono contro l’aumento di quelli lavorativi
Il calo riscontrato dall’Inail è certamente un effetto della pandemia
L’Inail sottolinea che per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà necessario attendere sia il consolidamento dei dati sull’intero anno, sia la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Anche perché il confronto tra i primi dieci mesi del 2019 e del 2020 risente di alcuni fattori che condizionano l’andamento infortunistico dell’anno in corso e che risultano determinanti nel calo complessivo delle denunce d’infortunio.
Ci riferiamo a specifiche situazioni come:
- la sospensione, su tutto il territorio nazionale, di ogni attività produttiva considerata non essenziale
- la chiusura dei plessi scolastici
- la difficoltà incontrata dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown
Per fortuna i numeri parlano chiaro: le denunce di infortunio sul lavoro presentate sono state circa 113mila in meno rispetto alla totalità dei casi relativi ai primi dieci mesi dell’anno precedente. Difficile negare che a questa situazione abbia contribuito anche la diffusione del coronavirus, oltre ai periodi di fermo lavorativo. L’Istituto infatti evidenzia che la diminuzione delle denunce si è registrata in tutti i mesi del 2020, ma soprattutto a maggio con denunce dimezzate rispetto all’anno prima. Dopo il mese di maggio, la situazione rilevata e paragonata al 2019 è la seguente:
- aprile e giugno con una riduzione di circa un terzo
- luglio con un calo del 20%
- marzo, settembre e ottobre con una riduzione tra il 15% e 16%
- agosto con un più contenuto -12%
I mesi di gennaio e febbraio 2020, non coinvolti pienamente dalla pandemia, hanno invece presentato decrementi inferiori al 4%.
Inoltre, è sempre l’Inail a far presente che il 16% del totale delle denunce arrivate da inizio anno fa riferimento a casi di contagio da coronavirus. Come è facile immaginare, il più alto incremento di infortuni coinvolge il settore sanità e assistenza sociale, con i due terzi delle denunce riguardanti il Covid-19. Ecco a tal riguardo i numeri di casi condivisi dall’Istituto:
- +117% nei primi dieci mesi del 2020 (da 23mila del 2019 a 50mila del 2020)
- punte di oltre il +500% a marzo (da 2.400 a 14.700) e del +450% ad aprile (da 2.100 a 11.900)
Tra giugno e agosto si è assistito, invece, a un’inversione di tendenza, con decrementi compresi in un intervallo tra il -6% e il -17%. A settembre si rileva una ripresa pari al +9%, con aumenti che a ottobre tornano a essere preoccupanti (+202%, da duemila a seimila casi).
Le denunce di infortunio tra distribuzione territoriale e differenze di genere
I dati raccolti dall’Inail offrono anche la distribuzione territoriale e di genere delle denunce. Vediamo meglio di cosa si tratta. A livello territoriale, la flessione delle denunce risulta:
- più contenuta nel Nord-Ovest (-13,7%)
- più accentuata nel Nord-Est (-22,4%), al Centro (-25,1%), al Sud (-26,4%) e nelle Isole (-25,5%)
Tra le regioni con minor decremento si trovano la Lombardia, la Liguria (-14,9% per entrambe) e il Piemonte (-10,8%), mentre tra quelle con decrementi maggiori la Calabria (-31,2%), il Molise (30,1%) e il Lazio (-29,3%). Infine è emerso che la flessione misurata è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un calo del 25,3% (da 344.369 a 257.096 denunce).
Quella femminile si attesta invece al -13,4% (da 189.945 a 164.401). Per i lavoratori il calo più evidente si è registrato ad aprile (-58%) e per le lavoratrici a maggio (-52%). La diminuzione delle denunce ha inoltre interessato i lavoratori:
- italiani (-22,1%)
- comunitari (-14,0%)
- extracomunitari (-16,9%)
Infortuni mortali: quelli in itinere diminuiscono contro l’aumento di quelli lavorativi
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 10 mesi di quest’anno sono state pari a 1.036. I dati raccolti rivelano tuttavia una inaspettata situazione: se gli infortuni mortali in itinere (occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro) sono in diminuzione, passando da 242 a 176 (meno il 27,3%), quelli avvenuti in situazioni e contesti di lavoro sono invece aumentati da 654 a 860 (incremento del +31,5%). Il maggior numero di casi ha riguardato soprattutto:
- la gestione Industria e servizi interessata da 907 denunce (contro le 761 del 2019)
- il conto Stato interessato da 35 denunce (contro le 16 precedenti)
Controtendenza invece il settore dell’Agricoltura che ha registrato 25 casi in meno, passando così da 119 a 94. Dall’analisi territoriale è emersa una diminuzione di:
- 6 casi mortali nelle Isole (da 80 a 74)
- 2 casi nel Nord-Est (da 209 a 207)
- 2 casi nel Centro (da 185 a 183)
Il Nord-Ovest registra invece un incremento di 131 casi mortali (da 232 a 363), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia, con 84 casi in più. Mentre il Sud segna un aumento di 19 decessi (da 190 a 209), di cui 17 avvenuti in Campania.
L’incremento rilevato nel confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 820 a 924 (+104 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 36 casi in più, da 76 a 112. In aumento le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 733 a 876), mentre calano quelle dei lavoratori comunitari (da 51 a 50) ed extracomunitari (da 112 a 110).