Telegiornali e giornali di cronaca al giorno d’oggi evidenziano sempre più spesso situazioni preoccupanti a livello ambientale, come incendi nelle foreste e oceani pieni di plastica. Mettere in evidenza questi problemi fa capire che bisogna agire nel più breve tempo possibile per salvaguardare il Pianeta.

Grazie ai media e alle diverse iniziative di sensibilizzazione promosse di continuo, anche i consumatori sono diventati sempre più attenti al problema.

L’articolo di oggi fa riferimento alla plastica, un materiale sempre più difficile da smaltire. Non tutti sanno che, oltre ad essere un elemento estremamente dannoso per l’ambiente, il contenuto della plastica ha sostanze di natura chimica che distruggono flora e fauna e, tramite gli scarichi, finiscono dritte nel mare, inquinando le acque che tanto amiamo.

 

SOMMARIO:

Decreto Semplificazioni e nuove regole di riciclo: torna il vuoto a rendere

Diciamo no alla plastica

Retrocedere a volte può essere vantaggioso: torniamo al “vuoto a rendere”

Dettagli da mettere in pratica

Il settore della logistica può fare la differenza

Neutrali le imprese delle bevande? Si! Finora…

 

Diciamo no alla plastica

Ognuno di noi può contribuire a salvaguardare la Terra. Tutti noi nella nostra quotidianità possiamo intervenire e fare qualcosa. Basta veramente poco: qualche accorgimento in più e abbandonare alcune cattive abitudini per aiutare l’ambiente in cui viviamo.

Ecco degli esempi concreti:

  • Flaconi e recipienti posti nello scaffale possono essere riutilizzati più volte
  • La spesa fatta al supermercato si può portare a casa nelle buste ecologiche o direttamente nelle buste di carta. Sembrano scomode, ma una volta provate c’è da ricredersi
  • Al posto di acquistare acqua nelle bottiglie, usiamo le borracce. Possiamo trovarne di diversi modelli e sbizzarrirci nella scelta
  • Eliminiamo in modo definitivo piatti, posate, bicchieri di plastica e bastoncini di cotone (cotton fioc)

Quest’ultimo punto è sottolineato anche dalla direttiva europea antiplastica (Single use plastics). Entrerà in vigore in Italia il 1° gennaio 2022 ed il suo scopo è quello di limitare l’uso di questi oggetti nel più breve tempo possibile.

Ridurre l’immissione sul mercato di prodotti fatti di plastica sembrerebbe una soluzione valida al problema dello smaltimento di questo materiale così nocivo.

 

Retrocedere a volte può essere vantaggioso: torniamo al “vuoto a rendere”

Uno studio analizza la possibilità di tornare al passato introducendo nuovamente la politica del “vuoto a rendere”. Pertanto il decreto Semplificazioni, convertito in legge a fine luglio 2021, contiene norme relative proprio a questo tema, per adottare il sistema di resi per bottiglie.

Il decreto ancora non entra nello specifico, trasmette agli operatori economici il messaggio di acquisire sistemi di restituzione con cauzione, in modo da riutilizzare i contenitori. A promuovere il tutto sono stati previsti premi e incentivi economici destinati ai negozianti pronti ad adottare questo sistema.

La cauzione per riutilizzare le bottiglie già si usa, ad esempio, nelle forniture domestiche di acqua in bottiglie di vetro, ma l’obiettivo è quello di ampliare il riutilizzo anche al settore commerciale e a materiali diversi: non solo vetro, ma anche alluminio e soprattutto plastica.

Ad oggi purtroppo si usa ancora poco riutilizzare, la comunità preferisce il riciclo.

 

Dettagli da mettere in pratica

Essendo ancora molto generico, il decreto Semplificazioni ad oggi non prevede dettagli. Di conseguenza tempi e modi sono ancora tutti da definire.

Ci sono dei tempi prefissati per accogliere le richieste delle imprese coinvolte, ovvero entro 4 mesi. Il ministro della Transizione ecologica deve prestare attenzione alle attività e provvedere entro la fine dell’anno ad emanare un insieme di norme giuridiche che stabiliscano modi, tempi e obiettivi da raggiungere per riutilizzare gli imballaggi.

Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, in base allo sviluppo economico dovrà assegnare alle attività che vorranno introdurre questo metodo degli incentivi economici, dei premi, l’entità della cauzione e come verrà fatta pagare ai consumatori durante l’acquisto della bevanda stessa, per poi valutare il metodo di restituzione una volta che il consumatore renderà il vuoto.

Incentivi economici e premi sono stati introdotti per aumentare il numero di adesioni da parte dei negozianti. Va ricordato, infatti, che già nel 2015 il ministro dell’Ambiente di allora Gianluca Galletti aveva introdotto una normativa che poi fu dimenticata, proprio perché le adesioni erano arrivate solo da parte di alcune imprese, ma scarse dai negozianti.

 

Il settore della logistica può fare la differenza

Chi ha qualche anno in più ricorda bene i sistemi di riutilizzo che sono sempre stati usati, nonostante i costi eccessivi e i rilevanti impatti ambientali, sostituiti poi dall’arrivo della leggera e comoda plastica Pet riciclabile.

Ad avere poco entusiasmo nel vuoto a rendere è soprattutto il settore della logistica, per il peso degli imballaggi da spostare e per la successiva conservazione in attesa del ritiro, condizione che può esporre i prodotti a fattori contaminanti.

Le aziende di imbottigliamento hanno costi eccessivi per affrontare le contaminazioni dei contenitori assumendo obblighi di igienizzazione intensa prima del riempimento. Tutti questi costi e impatti sono condizioni che creano gravi danni all’ambiente e comportano danni economici al consumatore.

In conclusione, il riutilizzo delle bottiglie è un sistema complesso da adottare, che non sempre porta beneficio. Tutto dipende dal settore logistico che ha bisogno di valutazioni nel dettaglio. Di conseguenza questo è un sistema da considerare solo ed esclusivamente se comporta un reale vantaggio sia per l’ambiente che per i costi.

 

Neutrali le imprese delle bevande? Sì! Finora…

Mineracqua, la Federazione Italiana delle Industrie delle Acque Minerali Naturali e delle Acque di Sorgente, finora non esprime giudizi positivi o negativi a riguardo, ma si limita ad osservare che il sistema cauzionale verrà determinato in futuro con un prossimo decreto.

D’altra parte chi produce imballaggi di plastica fa notare che si parla solo di imballaggi riutilizzabili. E quelli usa e getta? Anche qui una domanda ancora senza risposta.

Vetro, alluminio e plastica Pet sono materie prime che hanno una forte domanda in questo periodo; il riutilizzo potrebbe toglierle ai forni di vetreria, fusione dell’alluminio e produttori di plastica rigenerata.

Infine, tra i tanti problemi, c’è da risolvere anche la questione comunale. Le casse municipali, infatti, hanno una forte entrata a raccogliere materiali grazie ai contributi del Conai. Non a caso enti di notevole importanza (A2a, Iren, Hera) guadagnano interesse nel riciclo di imballaggi e di plastica.