Il primo data breach del 2019 è avvenuto in Australia. Qualcuno ha rubato i dati di circa 30.000 impiegati statali nello stato di Victoria, grazie a un attacco informatico di tipo phishing
Il primo data breach del 2019 è avvenuto a meno di 24 ore dall’inizio del nuovo anno e ha colpito l’Australia. Secondo Computer Business Review (CBR), i dati di circa 30.000 dipendenti pubblici sono stati rubati a seguito del download non autorizzato di una directory. Ciò grazie a un attacco informatico tipo phishing alla mail di un dipendente del governo nello stato di Victoria. Il Premier del dipartimento ha detto di aver segnalato l’incidente a polizia, centro australiano di cyber security e ufficio del vicecomandante per l’informazione, ha riferito la rete australiana di ABC. Gli hacker hanno rubato email di lavoro, numeri di telefono e dati sulle qualifiche. Al personale è stato detto che nessuna informazione bancaria o finanziaria era contenuta nella directory. “Il governo garantirà che qualsiasi informazione appresa dalle indagini sarà messa a sistema per proteggere meglio contro questo tipo di violazioni in futuro”, ha affermato il dipartimento.
Gli esperti di cyber security: l’attacco australiano è solo l’ultimo alle grandi organizzazioni. Nel 2018 aziende di alto livello come Facebook, la catena Marriott Hotel e Under Armour hanno subito importanti data breach
L’Australia, peraltro, ha subito un altro data breach solo due giorni prima. L’operatore nazionale radiofonico Nova Entertainment ha avvertito che un “legacy dataset” di informazioni raccolte dagli ascoltatori è stato violato e “divulgato pubblicamente”. I dati sono stati rubati tra maggio 2009 e ottobre 2011 e includono informazioni personali sensibili come nome, sesso, data di nascita, informazioni di contatto e dettagli dell’account utente. Nel 2018 ci sono stati diversi casi eclatanti di data breach in tutto il mondo, che hanno esposto i PII degli utenti. Gli attori malvagi hanno violato grandi aziende come Facebook, la catena Marriott Hotel e Under Armour. Inoltre, secondo l’indice Breach Level Index della società di cyber security Gemalto, l’equivalente di 291 record sono stati rubati o esposti ogni secondo nella prima metà del 2018. Infine, il sito web di haibeenpwned.com, che tiene traccia degli account e-mail compromessi, ora riconosce 5,6 miliardi di account come “pwned”.