‘Salmone allevato a terra ’. Sarà questa la scritta che da oggi si vedrà comparire sulla maggior parte delle confezioni di salmone. Infatti, si sta sempre di più sviluppando l’allevamento di questo tipo di pesce in vasche che non entrano in contatto con le acque marine, perché ciò permette di risolvere alcuni problemi ambientali, pur portandone altri.  

E’ importante ricordare che però l’allevamento del salmone è un business  importante che negli ultimi dieci anni è raddoppiato ed è possibile affermare che circa il 70% del salmone venduto nel mondo arriva da allevamenti che si trovano principalmente in Cile e Norvegia. 

L’elevato impatto ambientale e la deiezione dei pesci 

Come accennato, l’allevamento comporta un elevato impatto ambientale e relativi problemi come ad esempio l’inquinamento delle acque, infezioni virali e batteriche e infestazioni da parassiti come i pidocchi, fino a danni al turismo balneare e alla pesca sportiva.  

Per questo, a fronte di un numero sempre più ristretto di coste disponibili, cresce il malcontento delle popolazioni locali nei confronti di nuovi allevamenti in mare. C’è quindi necessità di soluzioni alternative, tra le quali quella di spostare le vasche in zone lontane dal mare sembra essere la migliore, da diversi punti di vista. 

Approfondisce il tema la rivista  Science che racconta di un problema principale, ossia le deiezioni dei pesci e di come ridurre di conseguenza l’utilizzo di acqua dolce pulita per l’allevamento. Essa parla di uno dei sistemi più efficienti ossia l’acquaponica, in cui si uniscono alle vasche dei salmoni delle serre fertilizzate con le deiezioni dei pesci, mentre le acque, filtrate e depurate, vengono riciclate.  

Tuttavia, nel caso ci siano degli stabilimenti a terra non collegati a una serra, le deiezioni possono comunque essere spostate nelle zone rurali vicine, riducendo l’impatto connesso al loro trattamento o al trasporto. Oppure alcune aziende utilizzano le deiezioni per generare biogas, mentre altre le accumulano sottoterra, in cavità apposite. 

La depurazione delle acque

Per quanto riguarda la depurazione delle acque, le aziende utilizzano diversi metodi, tra cui il passaggio in torri di filtrazione con sabbia. Questo risulta essere il momento forse più importante e affinché sia sostenibile, un impianto a terra deve riciclare l’acqua che utilizza. In caso contrario, oltre a consumare grandi quantità di acqua, l’azienda corre rischi enormi.  

Nel 2021, un impianto situato nelle zone paludose delle Everglades, in Florida, che prevede l’allevamento in acque dolci dei piccoli salmoni e poi il trasferimento in acque salate una volta più maturi, ha perso oltre 500mila salmoni a causa di uno scarico intasato, che ha aumentato la torbidità e potrebbe aver generato gas tossici. Quindi, ad esempio, l’azienda norvegese Atlantic Sapphire quell’anno ha prodotto quantità drasticamente ridotte di salmone, rispetto ai suoi target di produzione.  

Un ulteriore esempio è anche Aqua Bounty, un’azienda che produce il salmone geneticamente modificato, a cui è stato imposto l’allevamento a terra in due impianti, dai quali si ricavano 1.500 tonnellate di salmone all’anno. I suoi impianti si trovano in Indiana e in Canada ed un terzo dovrebbe essere costruito in Ohio, ma le popolazioni locali che temono il depauperamento delle risorse idriche, l’inquinamento delle falde e quello delle acque di superficie, stanno facendo rallentare i lavori 

Le soluzioni in atto e i pro e contro dell’allevamento dei salmoni in acqua dolce

Una delle soluzioni più semplici proposta anche dal Freshwater Institute, un centro studi no profit del Conservation Fund che lavora per l’acquacoltura sostenibile, risulta essere il riutilizzo di bacini e gli invasi abbandonati. Tuttavia, anche se con questa proposta si risparmierebbe terreno, rimangono i problemi dell’alimentazione delle vasche e poi del trattamento delle acque, a meno che non si costruisca un sistema di riciclo. 

Esistono poi differenti idee sui i pro e i contro per l’allevamento dei salmoni solo in acqua dolce, senza che entrino mai in contatto con acqua salata, come invece avviene naturalmente. Tuttavia, se l’acqua dolce rende l’allevamento molto meno problematico da un lato i salmoni però, giunti all’età in cui di norma si sposterebbero in mare, fanno molta fatica a mantenere il proprio metabolismo senza il sale marino, e crescono più lentamente. Inoltre, le acque salate permettono di tenere sotto controllo i parassiti in modo e conferiscono alla carne un gusto migliore. 

Infine, i costi. L’allevamento a terra attualmente ha costi superiori rispetto a quello classico in mare. Possiamo quindi affermare che non esiste una soluzione senza criticità; tuttavia, c’è molta ricerca per portare risoluzioni e miglioramenti nel campo dell’allevamento.