Quello della bonifica dell’amianto resta un tema di grande attualità in considerazione delle implicazioni che l’utilizzo di questo minerale ha nei confronti della salute dell’uomo. Ma cosa significa in concreto bonificare un sito dall’amianto? Qual è la normativa di riferimento? Quali gli obblighi previsti per i proprietari di manufatti contenenti amianto?
Nei prossimi paragrafi del nostro articolo, il nostro intento è di dare una risposta a tutti questi quesiti. Cercheremo quindi di guidare il lettore alla scoperta di ciò che ruota intorno al tema della bonifica e dello smaltimento dell’amianto. Addentriamoci a questo punto nel merito della questione.
Sommario:
Bonifica dell’amianto: le cose importanti da sapere
Rischio amianto: i danni per la salute
Bonifica e smaltimento dell’amianto: significato
Legge sulla bonifica dell’amianto: la cronistoria
Bonifica dell’amianto: la procedura
Bonifica dell’amianto nei luoghi di lavoro
Come avvengono i lavori di bonifica
Quanto costa la bonifica dell’amianto
Consulenza per la bonifica dell’amianto nei luoghi di lavoro
Rischio amianto: i danni per la salute
L’amianto, materiale che in passato era particolarmente usato in edilizia (si può trovare in lastre per le coperture di tetti, tettoie, garage oppure in pannelli per le controsoffittature, canne fumarie, tubazioni, intonaci, coibentazioni di tubi per il riscaldamento e centrali termiche, isolanti termo-acustici pavimenti in linoleum – vinil amianto ecc,), è nocivo per la salute dell’uomo. Le fibre di amianto che si staccano dai manufatti, infatti, si disperdono nell’ambiente e, se inalate, producono danni importanti all’apparato respiratorio.
Le procedure di bonifica servono quindi per contrastare in maniera proattiva il rischio da amianto da cui possono scaturire malattie molto gravi, come:
- l’asbestosi, una cicatrizzazione dei tessuti del polmone;
- il cancro del polmone;
- il carcinoma laringeo;
- il mesotelioma, neoplasia che colpisce il mesotelio, ossia il sottile tessuto che riveste la gran parte degli organi interni.
Dall’asbestosi derivano difficoltà respiratorie serie che, nella peggiore delle ipotesi, possono risultare anche letali. Il cancro del polmone è mortale nel 95% dei casi e può essere anche provocato dall’asbestosi.
Nel caso del carcinoma laringeo, il tasso di sopravvivenza varia in base alla diagnosi. A cinque anni dalla diagnosi è del 60% circa, oscillando tra il 90-95% nei pazienti con tumori in stadi precoci e il 19% nei pazienti con tumori metastatici.
La forma più frequente di mesotelioma è proprio quella che colpisce la pleura, il mesotelio che riveste i polmoni e la parete interna del torace. La patologia è inguaribile e porta in genere alla morte entro dodici-diciotto mesi dalla diagnosi.
Alcuni studi hanno inoltre evidenziato che l’ingestione di amianto, ad esempio attraverso l’acqua potabile contaminata, potrebbe essere anche causa di cancro gastro-intestinale.
In genere, le malattie correlate all’esposizione alle fibre di amianto necessitano di diversi anni per svilupparsi. Il rischio di cancro al polmone e di mesotelioma associati al materiale aumentano con il crescere dell’esposizione. Riducendo il più possibile l’esposizione alle fibre di amianto, diminuisce anche il rischio dell’insorgenza di malattie.
A oggi, tuttavia, non si hanno ancora certezze sulla soglia al di sotto della quale non si produce alcun rischio rispetto alla manifestazione di alcuni tumori.
Bonifica e smaltimento dell’amianto: significato
Che cosa si intende per l’esattezza quando si parla di bonifica e di smaltimento dell’amianto? Rimuovere l’amianto da un sito equivale a renderlo di nuovo salubre, quindi libero dalla possibilità per le persone di inalare o di ingerire fibre di amianto, che possono essere a tutti gli effetti considerate fibre killer in considerazione degli effetti devastanti che possono creare sull’organismo umano.
La bonifica dell’amianto deve essere a sua volta seguita da uno smaltimento a regola d’arte, appartenendo il materiale alla gamma di rifiuti speciali pericolosi. Ne consegue che per rimuovere l’amianto debbano intervenire imprese specializzate nelle operazioni di bonifica.
In considerazione dei rischi per la salute correlati, maneggiare prodotti che risultino composti da amianto è molto pericoloso oltre che difficile, in assenza di adeguate precauzioni. Per questo motivo, anche nei casi in cui le superfici su cui intervenire non sono estese, risulta fondamentale evitare il fai da te, rivolgendosi a esperti del settore. Del resto è quanto viene stabilito dalla stessa normativa in materia di bonifica e di smaltimento dell’amianto.
Legge sulla bonifica dell’amianto: la cronistoria
Cosa stabilisce nello specifico la Legge sulla bonifica dell’amianto? Cerchiamo di fare una rapida cronistoria sulla normativa dedicata al tema. Le prime disposizioni che regolamentano l’utilizzo in Italia risalgono al 1986 con l’ordinanza del Ministero della Sanità 26/6/86 che, in recepimento della direttiva europea 83/478, ha limitato l’immissione nel mercato e l’uso del materiale.
Il campo di restrizioni è stato poi ulteriormente ampliato com il DPR 215 del 1998. Nel 1992 con la Legge n. 257, il nostro Paese ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto. Di fatto, la disposizione ha vietato non solo l’estrazione del minerale ma ha anche messo al bando l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti il minerale.
A partire da quella data sul territorio nazionale sono iniziati i primi interventi di rimozione dell’amianto in tutti i siti pubblici e privati contaminati, riponendo particolare attenzione ai luoghi sensibili quali scuole, ospedali e uffici pubblici.
Negli anni si sono succeduti ulteriori normative relative alla valutazione del rischio da amianto nonché della bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie. Il primo e più importante Decreto risale a due anni dopo della Legge n. 257 del 1992. Si tratta del D.M. 06/09/1994 che definisce in maniera compiuta i metodi da mettere in atto per una corretta bonifica del materiale. Scopriamoli nel dettaglio.
Bonifica dell’amianto: la procedura
Il Decreto Ministeriale 06/09/1994 affronta per la prima volta nel nostro Paese il tema della bonifica dell’amianto rispetto alla procedura esatta da mettere in atto. Nello specifico, il Decreto definisce i metodi da seguire per la bonifica del materiale, ovvero:
- la rimozione;
- l’incapsulamento;
- il confinamento.
Rimozione dell’amianto
L’intervento di rimozione dell’amianto consiste nell’asportazione dei manufatti contenenti il minerale con l’accortezza di adottare le particolari procedure anch’esse definite nello stesso Decreto Ministeriale 06/09/1994. Si tratta di un’attività dispendiosa dato che lo smantellamento e il trasporto dell’amianto rappresentano un’operazione rischiosa che necessita dell’uso di specifici dispositivi di sicurezza e di trasporti idonei. A ogni modo, questa modalità di bonifica costituisce il sistema migliore per ridurre il rischio amianto. Dopo essere stato depositato in discarica, il materiale di fatto non costituisce più un pericolo per la salute.
Incapsulamento dell’amianto
L’incapsulamento dell’amianto è un tipo di intervento che consiste nel lasciare il manufatto contenente amianto nel suo sito ospitante, creando però una barriera protettiva tra la sua superficie e l’ambiente esterno. Un’operazione come l’incapsulamento dell’amianto può essere realizzata attraverso appositi impregnanti o vernici coprenti che vengono applicati a più strati.
Tali prodotti sono in grado di penetrare su tutta la superficie del manufatto, in modo tale da trattenere le fibre di amianto che restano fissate alla matrice cementizia. Le vernici e gli impregnanti utilizzati sono di diversa colorazione, così da rendere più semplici e immediate le procedure di verifica e di controllo successive all’applicazione.
Nella Legge sulla bonifica dell’amianto si stabilisce che l’impresa specializzata che si fa carico del trattamento di incapsulamento debba rilasciare una attestazione di conformità. A lavori ultimati, i proprietari di manufatti contenenti amianto devono quindi ricevere un’apposita documentazione ad attestazione dell’intervento di bonifica posto in atto.
La normativa prevede inoltre che i proprietari di manufatti contenenti amianto debbano provvedere periodicamente a far monitorare l’andamento del trattamento di incapsulamento subito dalla copertura di amianto.
Confinamento dell’amianto
Rispetto alla bonifica dell’amianto la procedura di confinamento è un tipo di intervento consistente nell’installazione di una sovracopertura o di una barriera a tenuta per mezzo di lastre isolanti, che vanno a separare l’amianto dalle aree dell’edificio fruibili. Per poter procedere con il confinamento è comunque necessario eseguire in precedenza l’incapsulamento.
In caso contrario, infatti, prosegue il rilascio delle fibre di amianto all’interno del confinamento. Un simile intervento può essere realizzato in aree circoscritte e necessita, a ogni modo, di attività di controllo e di manutenzione al fine di appurare che non si verifichi alcuna dispersione di amianto nell’ambiente circostante.
Bonifica dell’amianto nei luoghi di lavoro
L’attuale normativa sulla salute e la sicurezza sul lavoro comporta una serie di obblighi per le imprese, tutti finalizzati a tutelare chi ogni giorno svolge le sue mansioni in un contesto professionale.
Tra i vari vincoli, la Legge stabilisce che nei luoghi di lavoro in cui i lavoratori sono, o possono essere, esposti alla polvere e alle fibre di amianto o da materiali contenenti amianto, è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere alla bonifica da tali materiali.
L’intervento deve essere posto in atto a prescindere dalla loro concentrazione in sospensione e dal periodo di esposizione dei lavoratori, entro la data limite del 1° gennaio 2024. La violazione di tale obbligo è punita con la pena della reclusione non inferiore a un anno.
A oggi, si stima che la presenza di amianto in grandi quantitativi sia ancora riscontrabile in siti quali i grandi impianti industriali, gli impianti termici a servizio dei processi produttivi, le navi e i traghetti. L’amianto è presente anche nelle condotte delle reti acquedottistiche.
La bonifica dell’amianto nei capannoni professionali e nelle fabbriche, in molti casi prevede invece lo smaltimento dell’Eternit, ossia del particolare “cemento amianto” usato nella copertura di tetti. I proprietari di manufatti contenenti amianto di questa tipologia hanno l’opportunità di avvalersi di appositi incentivi che consentono la detrazione delle spese di bonifici, rivolgendosi a ditte specializzate e autorizzate allo smaltimento.
Come avvengono i lavori di bonifica
Per il tipo di intervento richiesto, i lavori di bonifica dell’amianto secondo prassi di Legge devono essere realizzati da ditte specializzate. In genere, gli esperti procedono con la valutazione del sito su cui intervenire, identificando tutte le strutture contenenti amianto.
Come secondo step, le imprese esperte si occupano della richiesta da inviare all’ASL competente, attuando successivamente la messa in sicurezza del sito in cui procedere con l’operazione di bonifica, in base alle normative vigenti. Si tratta di un punto essenziale perché permette di mettere al sicuro tutta l’area circostante.
Come ultimo passaggio, la ditta specializzata si occupa di realizzare l’intervento di bonifica vero e proprio. In ultimo, l’impresa coinvolta trasporta i rifiuti speciali pericolosi in apposite discariche autorizzate, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Legge.
Una volta conosciuti i principali passaggi dei lavori di bonifica, passiamo al tasto più dolente e che in genere spaventa, e non di poco, tutti i proprietari di manufatti contenenti amianto. Ci riferiamo al lato più strettamente economico. Quanto costa la bonifica dell’amianto?
Quanto costa la bonifica dell’amianto
In realtà non è facile stabilire a priori un prezzo per un intervento del genere. Chiunque cerchi una risposta all’interrogativo “quanto costa la bonifica dell’amianto” deve sapere che diversi fattori influiscono sul prezzo finale. Una componente di rilievo si trova ad esempio nella dimensione della superficie che si deve rimuovere. Un conto è procedere con una bonifica che coinvolge poche decine di metri quadri, un altro con un intervento su centinaia di metri quadri.
Nel costo finale incidono inoltre fattori quali:
- le spese di sicurezza per la preparazione del cantiere;
- la necessità di accedere o meno con mezzi speciali;
- la tipologia di struttura su cui avviene l’operazione di bonifica.
Ultimo ma altrettanto importante, a incidere sul costo finale dell’intero intervento è il prezzo necessario per il trasporto, trattandosi di materiali pericolosi che necessitano di mezzi particolari, oltre che del possesso dell’operatore di tutti i requisiti per lo smaltimento a norma di Legge.
Consulenza per la bonifica dell’amianto nei luoghi di lavoro
Come abbiamo avuto modo di puntualizzare nel nostro articolo, la bonifica dell’amianto è un tipo di intervento che riguarda da vicino anche i luoghi di lavoro, a tutela della salute e della sicurezza di chi vi opera ogni giorno. Si tratta di uno dei tanti obblighi a cui un datore di lavoro deve adempiere per essere perfettamente in regola.
Qualsiasi impresa necessiti di consulenza mirata sugli adempimenti da seguire per la regolare bonifica dell’amianto nei propri siti a uso professionale, può far riferimento a SQ Più (Sicurezza e Qualità), nel nostro ruolo di esperti in materia di prevenzione e di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per qualsiasi informazione o per un preventivo senza impegno, basta chiamarci al nostro numero verde (800 124 530) o contattarci compilando il nostro apposito form. Rammentiamo che SQ Più (Sicurezza e Qualità) ha sede a Milano ma che il nostro team è operativo in tutto il territorio lombardo.